Nuove tecnologie si fanno strada nella vita di tutti i giorni: gli assistenti vocali da semplici comandi vocali a interlocutori complessi
Negli ultimi tempi si sente molto parlare di IOT (vedi nostro precedente articolo).
La tecnologia IOT è infatti applicata sia in ambiente industriale che nel vissuto quotidiano delle persone.
Uno dei trend più importanti dell’immediato futuro è costituito dagli assistenti vocali, che sempre più spesso si stanno diffondendo nelle nostre abitazioni e le cui funzionalità continuano ed evolversi in maniera sempre più completa ed articolata.
L’utilizzo degli assistenti vocali potrebbe dunque semplificare estremamente le nostre attività quotidiane, infatti già oggi sono spesso associati alla domotica e possono essere considerati un vero e proprio centro di controllo della propria abitazione.
Ma non solo, alcuni sono già in grado di farci interagire con i marketplace e di effettuare con dei semplici comandi vocali acquisti, ordini, prenotazioni online e molto altro.
Un esempio su tutti è sicuramente il conosciutissimo Amazon Echo collegato appunto ad Amazon (in futuro gli assistenti potranno interagire con molte altre piattaforme online, non solo con quelle delle case produttrici).
Secondo alcune analisi del settore, l’obiettivo è quello di creare un connubio tra intelligenza artificiale e assistente vocale in modo da ottenere risposte e informazioni sempre più esaurienti (ed in linea con le nostre abitudini); il nostro assistente vocale sarà quindi in grado di fornirci consigli dinamici, ad esempio come organizzare il proprio calendario per ottimizzare al meglio la propria giornata.
Si vuole quindi trasformare una “semplice” interfaccia in un vero e proprio interlocutore in grado di relazionarsi con l’utente e dare informazioni dettagliate sui bisogni dell’utente stesso per proporre soluzioni sempre più personalizzate.
Già oggi alcune aziende produttrici hanno richiesto la presenza di psicologi e consulenti nel team di sviluppo dei propri assistenti, un esempio su tutti Apple con il suo ‘Siri’.
Anche in ambito medico viene utilizzata l’intelligenza artificiale come supporto ad alcune patologie psicologiche, un esempio è Woebot di Facebook (un chatbot inventato dalla psicologa Alison Darcy dell’Università di Stanford) che è in grado di offrire una terapia personalizzata a chiunque riscontri problemi psicologici (o magari, più semplicemente, senta il bisogno di una voce amica).
Attendiamo ora di scoprire quale evoluzione avranno gli assistenti vocali in ambito imprenditoriale, anche se al momento alcuni aspetti, principalmente legati alla privacy, sembra siano di ostacolo alla diffusione di questa tecnologia.