Reverse Charge Interno e Reverse Charge Esterno: tutto quello che serve sapere
Con il reverse charge, o inversione contabile, l’onere dell’IVA viene spostato dal soggetto che emette la fattura (cedente/prestatore) a quello che la riceve (cessionario/committente). Questa operazione, introdotta per semplificare la riscossione dell’IVA e combattere l’evasione fiscale, ha lo scopo di evitare che il fornitore non versi l’imposta incassata e che l’acquirente la recuperi indebitamente. In base al luogo di effettuazione dell’operazione, si distinguono due tipologie di reverse charge: reverse charge interno e reverse charge esterno.
Reverse Charge Interno
Il reverse charge interno si applica a specifiche operazioni nazionali tra soggetti passivi IVA italiani (Art. 17 e dall’art 74 del D.P.R. n. 633/72).
Come funziona:
- Il fornitore emette una fattura senza l’addebito dell’IVA, indicando come natura IVA uno dei sottocodici N6 “inversione contabile”.
- L’acquirente integra la fattura con l’IVA dovuta, e può trasmettere l’integrazione allo SdI usando il tipo documento TD16 e registra il documento sia nei registri IVA acquisti che vendite.
Le operazioni interessate al reverse charge interno includono:
cessioni di oro da investimento e di oro industriale, prestazioni di servizi nel settore edile, cessioni di fabbricati con opzione IVA, prestazioni di servizi di pulizia, demolizione, installazione di impianti relative ad edifici, cessioni di telefoni cellulari, console da gioco, tablet PC e laptop, trasferimenti di quote di emissioni di gas a effetto serra, trasferimenti di altre unità e di certificati relativi al gas e all’energia elettrica, cessioni di gas ed energia elettrica a soggetti passivi-rivenditori, cessioni di rottami e cascami.
Reverse Charge Esterno
Il reverse charge esterno si applica alle operazioni transfrontaliere con fornitori UE o extra-UE.
Come funziona:
Procedura per fornitori UE:
- L’acquirente riceve la fattura senza IVA, con l’annotazione “inversione contabile”
- L’acquirente integra la fattura tramite SdI (per servizi: usa il tipo documento TD17, per beni usa il tipo documento TD18).
Procedura per fornitori extra-UE:
- L’acquirente riceve la fattura senza IVA.
- L’acquirente emette un’autofattura elettronica tramite SdI (per servizi usa il tipo documento TD17, per beni il TD19).
Dal 1° luglio 2022, l’emissione di autofatture e integrazioni deve avvenire tassativamente elettronicamente tramite il Sistema di Interscambio; la corretta e tempestiva trasmissione elettronica tramite SdI è fondamentale per evitare sanzioni.
Questo processo sostituisce la precedente comunicazione esterometro.
E2000 e i documenti integrativi
E2000 dispone di specifici automatismi per monitorare la situazione dei documenti integrativi delle fatture ricevute e velocizzare la registrazione contabile.
Tramite apposito cruscotto, permette di verificare che sia stato creato il documento integrativo e che il file XML sia stato inviato allo SDI ed eventualmente evidenzia l’esito dell’invio.